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Secondo una prospettiva evolutiva, gli esseri umani svilupperebbero il fondamentale bisogno di costruire strette relazioni intime con le persone che si prenderanno cura di loro e le proteggeranno. La costruzione di relazioni intime risponderebbe a necessità di sopravvivenza, non solo fisica ma anche psicologica. Talvolta accade che le persone in relazione intima, agiscono comportamenti che mettono fortemente in pericolo il soddisfacimento di tale bisogno, generando così nel partner ferito forti sentimenti di tradimento, dolore, rabbia, tristezza, ansietà e gelosia.
L’esperienza del “tradimento”, avrebbe così un forte potere distruttivo delle relazioni. In questa ottica, il perdono può essere visto come un importante processo di adattamento al tradimento e alle sue conseguenze distruttive. Lo stesso comportamento di ritorsione, agito da chi è stato ferito, avrebbe la funzione di scoraggiare la persona che ha tradito il patto relazionale, di reiterare tali comportamenti, tenendo al sicuro la persona tradita e aumentando la sua possibilità di sopravvivenza.
Questo è un modo di descrivere e spiegare le ferite e i tradimenti nelle relazioni, proprie di un distaccato ricercatore che osserva il curioso fenomeno. Se ora ci spostiamo all’interno delle relazioni, la prospettiva del fenomeno cambia radicalmente.
I legami che costruiamo con le altre persone sono costitutivi della nostra esistenza, la nostra identità e ci permettono di sviluppare la nostra generatività. Tanto più profonda è l’intimità relazionale raggiunta con una persona, tanto più importante risulta il legame con essa, maggiori sono le nostre aspettative nei suoi confronti, … ma anche tanto maggiore è la vulnerabilità a cui ci esponiamo.
Anche minime disattenzioni o trascuratezze da parte di un nostro interlocutore intimo, possono provocarci ferite e sofferenze intense. Per nostra fortuna, abbiamo la capacità di sviluppare reti e competenze relazionali durante tutto il corso della nostra vita, che ci permettono di affrontare e superare questi tipi di difficoltà.
Tra le crisi relazionali, quelle di coppia causate da relazioni extraconiugali risultano essere particolarmente serie. In questo caso viene messa in discussione la fiducia in una delle relazioni esistenziali principali di ciascun individuo e gli intensi vissuti di rabbia, dolore, gelosia, ansia e tristezza possono raggiungere livelli talmente elevati da innescare incontrollabili escalation distruttrici. Talvolta la coppia cerca di difendersi di fronte a queste situazioni negando l’accaduto e raccontandosi che “è stato un incidente, mettiamoci una pietra sopra”. Se nel breve termine l’immediata pacificazione permette alla coppia di rasserenarsi, nel lungo termine tale scelta potrà chiedere tributi di sofferenza molto elevati: quella che inizialmente può essere percepita come una sottile crepa tra i due, con il tempo potrebbe allargarsi sempre di più nel sottosuolo relazionale, fino a raggiungere a distanze incolmabili.
I tradimenti coniugali sono situazioni molto diffuse: un articolo del 2010 del Corriere della sera, riprendendo uno studio dell’associazione di Sessuologia Applicata alla coppia del 2009, riportava che in Italia, il 55% degli uomini e il 45% delle donne aveva tradito almeno una volta nella vita. Inoltre diversi esperti affermano che il trattamento e superamento di tale esperienza sarebbe tra le difficoltà più difficili per una coppia.
Alle coppie che scelgono di affrontare il problema, si presenta un percorso assai impegnativo. Fin da subito emerge il bisogno di contenere e controllare il trauma della scoperta del tradimento. Un altro momento fondamentale è quello della comprensione dei contesti e delle condizioni in cui il tradimento è venuto a costituirsi, cercando di chiarire le reciproche responsabilità, evitando di trasformare il confronto in una sorta di tribunale in cui individuare colpevoli e innocenti.
Un tratto più avanzato del percorso è rappresentato dalla ripartenza delle vite dei due partner e della loro relazione, qualsiasi direzione la coppia decida di intraprendere. Il “perdono” diventa un passaggio soprattutto per colui che è stato ferito, che può percorrere personalmente anche per donare a se stesso pace e serenità. La “riconciliazione” – la crescita della relazione tra i due anche alla luce di quanto accaduto e condiviso – è invece una fase che necessita del coinvolgimento di entrambi.
Un aspetto che la coppia solitamente fatica a considerare nel corso di questa esperienza è quello relativo al tempo. Per quanto i due partner sentano il bisogno di superare il prima possibile questa dolorosa esperienza, ben presto sperimentano che il loro procedere non è né lineare, né governato dalla sola razionalità. Possono trascorrere assieme giorni sereni in cui il tradimento sembra cosa lontana e sorpassata. Possono poi vivere giornate in cui basta mezza parola sbagliata per riaccendere pensieri, preoccupazioni, dolore, rabbia e paura … come all’inizio.
Ci sono poi i tempi di ciascun partner. Molte volte colui che ha provocato il dolore, malgrado le sue piene confessioni, rassicurazioni, promesse, dimostrazioni, discussioni, e confronti, si arrabbia perché il partner … riprende da capo con le ossessive domande iniziali, invece di andare avanti e buttarsi il tutto alle spalle.
… ciascuno ha i propri tempi, e non si può pretendere che un’esperienza così traumatica e destrutturante possa essere risolta con un semplice atto di razionalità e volontà.
@WalterColesso
Colesso, W., & Cusinato, M. (2018). Alexithymia and the Relational Competence of Intimate Relationships in Regard to Gender and Age in a Nonclinical Population. In R.J. Texeira, B. Bermond, & P.P. Moormann (Eds). Current Developments in Alexithymia – A Cognitive and Emotional Deficit. (pp. 73-106). New York: Nova Publishers.
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